TOP 10! Le esperienze imperdibili del Collio.
Il Collio è terra d’elezione per camminatori, cicloturisti e per chiunque ami spostarsi lentamente per godere delle mille e più sfumature che queste magiche colline hanno da offrire. Aree di sosta con tavoli e rastrelliere sono seminate un po’ ovunque lungo i 90km di piste (25 su piste ciclabili e 65 su strada asfaltata) aperte all’interno del progetto Slow Collio, nato per promuovere la mobilità sostenibile. Se invece sei alla ricerca di un’esperienza fuori dal tempo è al Sentiero delle Vigne Alte che devi guardare. Ti basterà tenere gli occhi bene aperti e cercare tra i filari le indicazioni che ti permetteranno di camminare, pedalare o andare a cavallo lontano dalle strade “battute”, immerso nel silenzio del verde che si affianca rigoglioso ai pregiati vitigni del Collio, in un percorso che in poco più di tre chilometri ti porterà dal maneggio de La Subida al Castello di Spessa.
Dobbiamo andare indietro nel tempo fino al 1963 per vedere realizzato il primo percorso turistico del Collio, la “Strada del Vino e delle Ciliegie”, ideato per valorizzare le migliori cantine e i produttori più virtuosi della zona, riconoscibili dalle belle insegne di ferro battuto (che si possono vedere ancora oggi) apposte al di fuori delle “Botteghe del Collio”. Anche grazie a questa prima positiva esperienza che ha rafforzato la rete locale dei produttori, sorge oggi il nuovo progetto de “Le Strade del Vino e dei Sapori”. Un sistema integrato di offerta turistica che ti permetterà di scoprire le eccellenze del territorio: prodotti enogastronomici, cantine, ristoranti, agriturismi, B&B, artigianato. Il tutto accompagnato dalle tante attività legate alla natura, all’arte e allo sport presenti sul territorio. Per vivere l’esperienza Collio a 360°.
Le splendide colline vitate del Collio, che regalano tra i vini bianchi migliori al mondo, sono il sipario dietro al quale si nasconde un universo ricchissimo di prelibatezze, per ogni gusto e per tutte le stagioni: dalle ciliegie alle prugne i cui alberi si intravedono qua e là nel paesaggio, dai formaggi ai prosciutti trasformati con tecniche che si tramandano da generazioni, dall’olio d’oliva all’aceto di vino passando attraverso mulini artigianali che ancora oggi lavorano tradizionalmente grani antichi. Per assaporare di persona tutte queste bontà ti basterà entrare nei tanti agriturismi, trattorie, ristoranti e osterie sparsi in tutto il Collio e farti trasportare in un viaggio nel gusto dove lo spazio e il tempo diventano concetti relativi. Scoprirai così che la storia mitteleuropea di questa terra di confine, con le sue contaminazioni austriache, slovene e friulane, è ancora presente in ogni suo piatto.
È infinita la tavolozza di emozioni che un panorama può far nascere dentro di sé. Emozioni legate a ricordi personali o improvvise aperture che portano l’anima a sentirsi in armonia con il mondo tutt’attorno. Come descrivere diversamente la sensazione di infinito che regala la veduta dal monte Quarin, sopra Cormòns, che permette di spaziare con lo sguardo oltre l’orizzonte fino al mare Adriatico? O il giallo accecante della chiesa di San Leonardo a Scriò che si staglia imperioso sopra le mille sfumature di verde delle colline intorno? O gli eleganti vigneti che da Russiz Superiore sembrano correre affannosi verso la piana del Preval? O ancora la mutevolezza del paesaggio a seconda del variare della luce che si scorge dal sagrato della chiesa dei Santi Vito e Modesto a Ruttars?
Come sulla coda di un dragone addormentato, chiese e santuari si snodano sinuosi tra le alture del Collio mostrando la connessione profonda che unisce natura, arte e misticismo e che di certo non ha lasciato indifferenti i più grandi artisti locali. Seguendo le loro tracce incontrai il pittore sloveno Tone Kralj nella chiesa di San Silvestro a Piuma, il lubianese Lojze Čermažar nella chiesa dell’Ausiliatrice a Giasbana, Tiburzio Donadon nella chiesa di San Giuseppe a Dolegna del Collio o il tratto inconfondibile di Jacun Pitôr nelle chiese di San Leonardo a Scriò e di Sant’Elena a Mernico. Dovremo andare ben più indietro nel tempo, tra il Quattrocento e il Cinquecento, per vedere realizzati i meravigliosi affreschi della chiesa di Sant’Apollonia a Cormòns, dipinti da Domenico Graffico insieme ad altri artisti della Scuola del Pordenone.
Ogni momento è quello giusto per venire a scoprire i mille volti del Collio che si rivelano nelle numerose iniziative promosse durante tutto l’anno. Impossibile resistere alla tentazione di assaporare i vini più buoni del mondo e le eccellenze gastronomiche locali direttamente nelle cantine dei produttori in occasione di Cantine Aperte (l’ultimo week end di maggio) e Cantine Aperte a San Martino (in novembre), uno degli eventi più attesi dell’anno. I più romantici non potranno lasciarsi sfuggire Calici di Stelle ad agosto: vino eccellente, splendida location che varia di anno in anno tra i borghi più suggestivi del Collio, ottima compagnia con i vignaioli pronti a raccontare i segreti del mestiere…per chi non resiste al binomio musica e vino, ecco il Jazz&Wine of Peace Festival a ottobre, un’occasione imperdibile per ritrovare tutto il Collio in un bicchiere all’interno di eventi musicali ospitati nella suggestiva cornice dei castelli, dimore storiche e cantine più incantevoli della regione. Gli intellettuali non potranno mancare Cormòns Libri, il Festival del Libro e dell’Informazione in scena a dicembre, in cui giornalisti, scrittori, artisti internazionali insieme al pubblico ogni anno più numeroso, indagano la complessità del presente.
Un sottile alone di magia permea ogni altura del Collio e per iniziare a viaggiare nel tempo oltre che nello spazio basterà seguirne il filo. Scoprirai così un mondo ricco di leggende, miti, credenze popolari e storie personali che si intrecciano in un racconto fiabesco. Come il miracolo della nascita della chiesa del Cristo de La Subida, quando nel 1597 due buoi si rifiutarono di proseguire nel loro cammino perché il crocifisso posto lì dove ora sorge la chiesa iniziò a lacrimare sangue. Come la leggenda della Fontana del Faet a Pradis, dal gusto di zolfo ma dai poteri si dice “curativi” nata da una ripicca del Diavolo, invidioso della capacità del Signore di far sgorgare acqua dalle rocce. O come la storia del “benandante” di Giassico Paolo Gasparutto, uno dei tanti “buoni camminatori” friulani che svolgeva pratiche legate ai culti agrari e alla fertilità della terra, inviso alla Santa Inquisizione e per questo processato nel 1575.
Sembrano giganti addormentati, che di storia fra le loro pietre ne è passata tanta e molta ancora ne scorrerà. Stiamo parlando dei castelli più suggestivi del Collio, che raccontano solo con la loro presenza la realtà di confine di queste terre. Il Castello Formentini a San Floriano del Collio era in origine una rocca rimaneggiata dalla famiglia Formentini nel XVI secolo. Arrivata fino a noi grazie al restauro necessario dopo le tristi pagine della Prima Guerra Mondiale, è oggi location ricercata per cerimonie e matrimoni. Tra una buca e l’altra del grande campo da golf che si estende ai suoi piedi, si innalza maestoso il castello di Spessa alle porte di Capriva del Friuli. Dimora elegante di cui si hanno notizie dal Duecento, ha ospitato nei secoli personalità quali Giacomo Casanova e Lorenzo Da Ponte e con le sue cantine medievali, le più vecchie del Collio, propone oggi visite, degustazioni e soggiorni “da favola”. Salendo verso la punta nord del Collio, avvolto dalle colline, il Castello di Trussio ai piedi di Ruttars racconta di una storia burrascosa che lo ha visto al centro delle rivalità tra l’Impero Asburgico e la Serenissima. Oggi ospita il rinomato ristorante l’Aquila d’oro.
La ponca, il terreno di marne e arenarie che ha reso il Collio famoso in tutto il mondo per la mineralità che regala ai suoi vini, si è tragicamente dimostrata perfetta durante la Prima guerra Mondiale anche per lo scavo di trincee, che hanno cambiato totalmente la morfologia del piccolo paesino di Oslavia, poco fuori Gorizia. Di ciò che era prima della Grande Guerra non è rimasto nulla: le sanguinose dodici battaglie sull’Isonzo del 1916/1917 hanno raso al suolo ogni cosa, compresi i terrazzamenti vitati e non a caso la vigna più antica di Oslavia è del 1922. Dal 1938 si erge all’entrata del paese l’Ossario di Oslavia, dove sono conservate le spoglie di quasi sessantamila soldati. Proseguendo in questo viaggio nella memoria raggiungerai dopo poco il monte Calvario con l’Obelisco posto sulla sua sommità e la tomba dello scrittore triestino Scipio Slataper; l’imponente Sacrario di Redipuglia con annesso museo all’aperto della Dolina del XV Bersaglieri, il monte Sei Busi e la Dolina dei Cinquecento; il museo all’aperto di San Michele e di San Martino del Carso, reso celebre grazie alle splendide poesie del poeta/soldato Giuseppe Ungaretti. Appena oltre il confine con la Slovenia, nella Brda a poca distanza da Dobrovo, incontrerai il Parco della Pace del monte Sabotino, dove sarà possibile vedere da vicino il sistema di trincee e di gallerie dei due opposti schieramenti, e farti rincuorare almeno un po’ dalla splendida veduta sui colli circostanti che si estende dal mare alle montagne.
Lo sguardo di chiunque vorrà dedicare del tempo alla contemplazione dalla sommità di una delle infinite colline del Collio, sarà naturalmente diretto verso “est”. Verso quel confine che i tragici eventi del secolo scorso hanno creato dividendo un territorio che per secoli era unito. Al di qua e al di là della frontiera, dal 2007 non più fisicamente esistente, le stesse uve, gli stessi alberi, la stessa cucina e l’affascinante mescolanza di lingue e costumi che solo una terra di confine sa regalare. Non sarà per niente strano, quindi, sconfinare, anche senza accorgersene, e passare in un batter d’occhio nella Brda, la “gemella” slovena del Collio. Di borgo in borgo, da Dobrovo a Vipolže, passando per il bellissimo paesino medievale di Šmartno, di vino in vino e di sentiero in sentiero, vedrai con i tuoi occhi come la natura, saggia, non conosca confini né bandiere.